equilibrio dell'essere
Una serie di opere realizzate con tecniche digitali partendo da immagini fotografiche stampate su carta fotografica applicata su alluminio
dimensioni cm. 60x40 (circa)
Caro Giulio,
Sono stato dall’oculista a Macerata;
prima passo all’ospedale, ma dopo
un’ora mi avvertono che riceve i
pazienti al manicomio, o più
compiutamente: ex-manicomio.
Una specie di multi villa immersa
nel verde con paletti e vialetti
asfaltati; prendo il biglietto e
aspetto. Entro, il dottore mi ha
detto che stò facendo fuori l’occhio
sinistro, il mio preferito, mi conforta
accompagnandomi sul corridoio: – va’
(bene) così, se non le crea un problema
psicologico, il laser può attendere
10 anni…il collirio non serve a
niente, faccia impacchi con la camomilla.
Tutto questo per metterti al corrente
che con l’occhio destro ancora ci vedo
e, soprattutto con quello, ho visto
le tue ultime opere, le ho trovate
luminose, rapide, eleganti,
su tutte pervade la tua presenza
in onde geometriche:
tra varianti di quiete e costanti
di tempesta visiva.
Il mio pensiero, l’ultimo che mi è
rimasto e non abbastanza funzionante,
è rimasto sorpreso nella
sospensione, infatti le tue ultime
cose vanno viste dall’alto e il mio
cacciabombardiere emotivo è rimasto
allibito e intronato per non aver
trovato i tuoi “antichi”, misteriosi
e attenti esseri umani fatti a
pezzettini dalla tua analisi attenta
alla “condizione umana” prima della
fine del millennio.
Oggi sei più sereno, quel tanto che
basta, i tuoi orizzonti hanno messo
da parte, per il momento, le zone
d’ombra, tutto è sotto il sole,
aperto, certo, in attesa positiva.
In seguito un po’ di pioggia, servira’
alla tua natura artistica,
per il tuo modo unico di far
crescere “ i pensieri dominanti”
che corrono dietro alle cose
nelle complesse distese del quotidiano
che tu comprendi con la tua
ironia esemplare,
Sono stato dall’oculista a Macerata;
prima passo all’ospedale, ma dopo
un’ora mi avvertono che riceve i
pazienti al manicomio, o più
compiutamente: ex-manicomio.
Una specie di multi villa immersa
nel verde con paletti e vialetti
asfaltati; prendo il biglietto e
aspetto. Entro, il dottore mi ha
detto che stò facendo fuori l’occhio
sinistro, il mio preferito, mi conforta
accompagnandomi sul corridoio: – va’
(bene) così, se non le crea un problema
psicologico, il laser può attendere
10 anni…il collirio non serve a
niente, faccia impacchi con la camomilla.
Tutto questo per metterti al corrente
che con l’occhio destro ancora ci vedo
e, soprattutto con quello, ho visto
le tue ultime opere, le ho trovate
luminose, rapide, eleganti,
su tutte pervade la tua presenza
in onde geometriche:
tra varianti di quiete e costanti
di tempesta visiva.
Il mio pensiero, l’ultimo che mi è
rimasto e non abbastanza funzionante,
è rimasto sorpreso nella
sospensione, infatti le tue ultime
cose vanno viste dall’alto e il mio
cacciabombardiere emotivo è rimasto
allibito e intronato per non aver
trovato i tuoi “antichi”, misteriosi
e attenti esseri umani fatti a
pezzettini dalla tua analisi attenta
alla “condizione umana” prima della
fine del millennio.
Oggi sei più sereno, quel tanto che
basta, i tuoi orizzonti hanno messo
da parte, per il momento, le zone
d’ombra, tutto è sotto il sole,
aperto, certo, in attesa positiva.
In seguito un po’ di pioggia, servira’
alla tua natura artistica,
per il tuo modo unico di far
crescere “ i pensieri dominanti”
che corrono dietro alle cose
nelle complesse distese del quotidiano
che tu comprendi con la tua
ironia esemplare,
con tutta
la mia amicizia
e
stima
ti abbraccio
la mia amicizia
e
stima
ti abbraccio
Giovanni Prosperi
Morichella di San Ginesio